Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

20 In viaggiO p~r Atene c per l' olio. Aegion è il porto migl iore del golfo . Tutto intorno, magnifici boschi d'ulivi simboleggianti una pace che chi sa mai quando ritorne rà in questo paese N ello scompartimento in cui io mi trovavo c' e rano sette richiamati, fra cui un dotto re , un ingegnere, un impiegato telegrafista ed un giovane loquacissimo, che commentavano, riscaldandosi, i giornali eli Atene comprati alle stazioni. -· Vedete che fatalità!- mi diceva il dottore - Lo stato maggiore, che dovrebbe essere composto degli urficiali più istruiti, non contava a Larissa che dei cortigiani capaci soltanto di dirigere i cotillons e senza alcuna pratica della Tessaglia. Abbiamo bensì dei buoni ufficiali, come Vassos a Ca ndia ed altri nell'Epiro, che si fecero onore; ma dove occorrevano i più esperimentati vennero mandati g li inetti . Ah! questo stato maggiore! - Faremo senza stato maggiore- aggitH1Se il giovane, mos trando il manico di un pugnale che teneva sotto la giacca.- Prima che i turchi si avanzino da Lar issa bisogna che noi g reci moriamo tutti : li dobbiamo amma zzare come tanti porci! (1). In tutti gli scompartimenti, invece delle va:ligie si vedevano nelle reticell e fasci di fucili. ( 1) Ho riveduto poi codesto giovane greco cosi feroce a parole, ed ho snputo che non si è nè arruolato, nè battuto . Tutti c:osì i f:~.nfaroni!

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