Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

[Il viaggio per Alt1u della casa d'Asburgo, sembra fatto per dimostrare il vanilas va11ilalmn. Potrebbe essere un giardino d'Armida, un nido idilliaco di giovani sposi o il ritrovo di felici epicurei, c non è che saltuariamente il ricovero di una infelicissima creatura. I deliziosi boschetti di magnolie, di palme, d'aranci, di limoni e di gelsomini, che potrebbero deliziare qualche coppia fortu· nata, non vedono passare che servitori annoiati. Ma ecco che un rumore di musica c di spari di mortaretti interrompe le mie malinconiche riflessioni, ment re, tornato a bordo, butto giù queste note: sono i volontari che vengono accompagnati al Cariddi da altri volontar i di Corfù e dagli abitanti. Sabattier mi chiama per godere lo spettacolo e fare delle istantanee. In quale stato torneranno gl' irlan desi? * ATENE, 2 7 aprile. Stamane sono sbarcato a Patrasso. Sul Cariddi avevano fatto il viaggio con me molti volontari e soldati richiamati. Erano tutti pieni d'ardore; ma il loro entusiasmo subì una rude scossa, stamane allo sbarco, quando si seppe che le truppe greche si erano ritirate da La~issa a Farsala senza aver dato prima una grande battaglia, e che i turchi erano oramai padroni, si può dire, di tutta la Tcssaglia.

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