Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

Da principio nessuno voleva crederlo: la cosa pareva inverosimile, assurda, impossibile. -- ~ la come mai può ammetters i - dicevano - che il principe ereditario si s ia condotto così? - E quando ebbero la conferma del fatto e vennero assicurati che lo stato maggiore dell 'esercito g reco in Tessaglia aveva fatto pessima prova, che vi fu una confusione enorme di ordini e di contrordini, che il ~ l inistero ordinava una cosa e il Re ne faceva eseguire un'altra- tutti alzavano i pugni verso il ciclo giurando eli vendicarsi. Gridavano che la famiglia reale ha disonorato la Grecia e che lo s tato magg iore si è most rato indegno dci soldati semplici e degli ufficial i inferiori, i quali si erano battuti valorosamente alla frontiera, a detta degli stessi turchi. l n attesa del treno per.\tene, dalle sei alle sette, nella piazzctta davant i all'albergo principale di Patrasso era un formicolìo di gente che discuteva animatamente, gesticolando forte, sulla situazione.Con foga tutta me ridionale, alcuni dicevano apertamente che il popolo oramai doveva fare da sè una cosa sola coll 'esercito, che tutti gli uomini validi fino ai quarant'anni avrebbero preso il fucile e che se i t urchi non fossero stati respinti, Re Giorgio poteva prepararsi a fare la fine di Luigi XVI ( 1 ) . ( 1) Tutte chiacchiere a cui mi abituai ben presto a non attribuire alcun valore, e che proveni,·tmo principalmente da chi invece di p:ntire per la guerra oziava nei caffè.

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