Frederic d'Hainault - La fede dei trattati ; L'avvenire dell'Europa

-58lare le perturbazioni rivoluzionarie, sempre pericolose e ritardatrici del progresso. Se qui si trattasse di dettare un corso di storia, gli esempi soccorrerebbero numerosissimi a sostegno di queste considerazioni. Ma il nostro disegno, lo ri peliamo, non lo comporta.Non vogliamo imporre, ma esporre le nostre idee, il nost1·o sistema, la nostra maniera di considerare le cose presenti, prevedendo quello che esse devono produrre domani. Lungi da noi il pensiero di contestare all ' Inghilterra le sue grandi qualità; la enumerazione ne sarebbe per certo altrettanto lunga quanto quella dei suoi errori e dei rimproveri che l'Europa civile ha il diritto di farle. Nessuno del resto vuole infliggerle una punizione, trasponendone l'azione che le è riserbata . La parte che gli avvenimenti le assegneranno sarà larga, vantaggiosa, eziandio grande e sommamente onorevole; consentendole l'abbandono della sua presente politica bifronte, della dubbia fede e delle ambagi di ogni specie che le stesse necessità della sua posizione le impongono . I suoi uomini di Stato proclamano dalla tribuna principii che poi trasgrediscono nelle loro relazioni diplomatiche. Quello stesso ministro che stende a voi la mano, stringe nascostamente quella del vostro avvet·- sario; e quel vascello stesso che fornisce di armi una rivolta, porta un diplomatico incaricato di firmare un trattato d'alleanza col sovrano che la vuole comprimere. Questa è forse lealtà? No. È forse una politica di espedienti e di circostanze? Senza dubbio. Ogni qual volla dunque in un ordine regolare di cose s' introduce un congegno che può disturbarlo, questo congegno vuoi essere separato per usarne in altre condizioni . Col vo-

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