Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO IL DIRITTO DEI POPOLI 45 trava i ri~chi di una ri\'olta, e si VOITPbàe eh(~ incon- • trasse li la Italia per fruirne la medesima felicità~ Ma quale assoltJtisla o despota recò altrettan!a sbada taggine nello ailcmpimcnto del proprio dovere ve~rso i suoi snggetti? Una scuola tumultu osa di puLii indi~clplinali appello di quell' Assemhl<'a sarebbe qualche cosa di meno scompigli:.~to. Nè fn qt~ella volta eccez ione; anzi lt>ggo nei giornali frequ enti e caldi reclami su qursro punto; si è da qn alche onorevol.e Tappresentante venuto perfino ad tlll indccoroso pugilato) ed 0g3i il legislatore Engr.nio Raspail sta so !to processo per aver preso a sch iaffi un suo collega nel reci nto medesimo dell'Assemblea. Dovrebl>ero questi fatti e tanti altri che se ne potrebbero accumnl<tre, convincerci che quelle rigenera- ~ioni e beatitudini fatte sperare nella democrazia, sono o ili 11sioni o iru pos ture. Il pensiero che dovrebb' esser primo , disgraziatamente è l'ultimo , qnello cioè di migliorare gli uom in i; e questo si fa colla morale e colla religione: l'andarci tramulando d'una in altra . forma di govrrno lungi dal feli ci tarci, non se rvirà che a crescere le pubbliche e le private sventure. Il so lo costrutto che può veramente cogliersi dalle rappresentanze popolari CJUand o vengano dalla \'era maggioran za e siano leali, e di apparecchiare nn argiue al potere pcrchè non trasmocli; è di porgli un contrappeso per tenerlo in equilibrio; di rendere in somma il più che si possa difficile e lontano il pericol•l che degeneri in dispolico e tirannico. Sotto qnes to riguardo le Costituzioni stabilite in Italia ci sem-

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