Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO IL DIRITTO DEL POPOLO 43 giornalista, in·ompea all'aperto con una delle pm fiere invettive sulla incapacità, sulla ignoran~a, sulla inesperiem;.a, eccetera, eccetera di quella Carnera, che. egli medesimo avea creata. E qual pro può attendersi il popolo da somiglianti adunanze? Che se pure si riuscisse ad averla secondo il v-oto veramente universale della nazione, come accade quì in Francia, per la parte che prendono alle elezioni quasi tutti che ne hanno il diritto, resta nondimeno a vedere quanto impegno, quantà sollecitudine si recherà di fatto nel trattare gli universali interessi. Si .,.enga a vedere come si trattino gli affari nella moderna Assemblea ft:ancese, che pure è l'unico, il suprc~t1o cor.. po legislativo che abbia quella nazione! Forse non ci vorrebbe altro per far passar la voglia di tutte le democrazie e di tutti i parlamenti del mondo; e per farci ridere di qualunque si creda di potere felicitare un popolo con non altro, che averne commessi i destini ad nn' assemblea. Lo vidi una volta, e n'ebbi abbastanza per convincermi che eziandio in una democrazia pura, gl'interessi dei popoli possono essere trattati con una non curanza,. di cui qualunque dispotico cinismo arrossirebbe. Si trattava in quella tornata di non so che riduzi one o aggiunzione da portarsi nel dazio del sale, che pure è uno degli articoli più delicati, e che più <la vicino tocca gl'interessi del popolo. Degli oltre a ·settecento rappresentanti presenti, porrei qualunque co!'a, che neppure un decimo prestava orecchio agli oratori, i quali, succedendosi a perot·are dalla tri-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==