Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO LA LEGITTI!111TÀ DEL POTERE. 31 11ella metà del suo numero, è esempio non dirò unico , ma certo raro nella storia della guena , e che ha la sua piena spiegazione nelle cause toccate di sopra. Nè val nulla l' eseQlpio dell'Ungheria, la cui lotla ostinata non avrà altro effetto che di rendere indispen~ sabile nn intervento della Russia. Noi non dicemmo che il desiderio de Il a indi pendenza naziona le non possa accendere e confortare il valore di un popolo, ispiran~ -dogli qtJel profondo convincimento necessario alle forti imprese. Diciamo sì veramente che quel convincimento manca universalmente alla Italia, la quale non è tolta -suggetta al Tedesco, come l'Ungheria; e che dalla vi t~ toria non si potea promettere quei vantaggi materiali che sperano i Magiari tra il Danubio e i monti Carpazii. Al difello di spontaneo convincimento non avria potuto supplire che un sentimento di dovere; ma questo mancò p~ t· la immoralità e per 1' indisciplina. Alla quali considerazioni aggiungerò per ultimo un altro fatto~ i reggimenti venuti da Genova o si rifiutarono di combattere, o al primo scontro dieron le spalle e gettarono per tutto lo spavento; i reggimenti savoiardi -comballeron da prodi, si tenner saldi insino all'ultimo, e n'ebbero l'ammirazione delle schiere nemiche' le qtvlt i li salutarono spontaneamente cogH onot'i militari qnando , cessate le ostilità, i Savoiardi marciarono innanzi ai battaglioni tedeschi. A questo fatto non ci ha -bisogno di alt1·o comenlo se non ricordare che Genova da due anni è una babilonia , it teatro dei più grav-I scandali, se forse si eccettui la sola Livorno, la rillà insomma governala dai clubs e dai circoli popolal'i , e

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