Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

28 FELLONIA Ora che abbiam farro noi? Da una parre si· sta tra• van liaudo per ispegoere ogni senso di morale n~l popolo, Pe~ ispooli a l'l o di orrni pres idio religioso; e dettando- ~ :1 gli gi ornalmente le mass ime della più sfren~ta licenza. , è st ato mantenuto in una rivolta abituale e m una sedizi on permanente. Dall ' altra parte abbiam sospinto questo popolo stesso ad una guerra che , att esa la sua gravi là, av re bbe anno supremo bi sogno di accordo,di Jisciplina, soprallullo di un com·incimcnto che incuorasse e sostenesse. A tolto ques to dovea supplire l'eroi smo patrio e lo spasimo per I' Itali a : vi pare? e chi non si dovèa lenet· beato di farsi scannare per la indipendenza italiana? Grande confo rto dovea essere poi alla moltitudine il vedere gli est rem i sacri ti zii, a che si piegavano i capi della fni one per amore delL' Italia! Per esempio, un abbate JJroscril!o che due anni fa, da ospilè di un frate apostata eLI ammog liato, non avea miglior mezzo da far danaro che traffi car la calunnia pubblicando en ormi libelli famosi) oggi esso medesimo con sessantamila franchi ali' anno, rappresentante di un governo che ad altri patti non avria potuto di sfar sene, corre le contrade di Parigi in isplendido cocchio , senza darsi molto pensiero dello spregio in che è presso tutti gli onesti uomini della Francia. Disgrazia che tali ero ici sacriOzii non si possono acCUQHmare a tutti coloro che spasimano per la Italia, ma de vono essere privativa dei soli capi! AIla moltitudine ù.ei patriolli essendo stata lasciata la parte più gloriosa, CIOè la guerra , essi fiutata la prima volta alla lontana Ja ) Oive1·c tcdes 1 · . -ca , 1anno stnn ato maggwt· prudenza qucs ra seco nda ' restarsene a casa loro e raddl)ppiar di

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