Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

24 FELLONIA • d . Pnormi errori resta abbast·anza spiegata segucnza • . . . . dalla condizione in che trovavas• Il Car,gnaQ.O· Avealo dello egli stesso: collocato rra due' o i fìschi · ~ella stra· da 0 il cannone tedesco, egli avrebbe prefenlo ques to secondo. ro non giudicherò se una tale generosità sia P ao- :.wa cavalleresca del medio evo, o cristiana: il ~ ' . ri~petto che m'inspira quella grande sventura non m t permette maggiore severità di giudizii e di parole; dirò solo esser snprei!10 danno e vergogna_che i des tini di una nazione abbiano ad essere decisi dai fischi della strada. Nondimeno, come osservai di sop1·a, tutto questo è spiegato dalla qualità della fazione, di cni Carlo Alberto è stato per un paio d'anni il zimbello per esserne alla fine la vittima. Ma un Pontefice! un Pio IX! entrare con una Po~ lenza cattolica in una guetTa che avea tanti a1·gomenli pe1· essere giudicata ingiusta! la quale contrasterebbe la legittimità di nn potere riconosciuto in tanti casi simili ·dalla Chiesa, ed esercitato dalla Chiesa stessa quando le obbediva il contado di Avignone ! gutl rra che avrebbe spat·so uno scandalo nella cattolicità tutta quan ta, e che avrebbe compromessa fin la esistenza dell ' autorità tempo1·ale dei Pontefici ! Eh ! no ! per buona ventura sul Qnirinale i principii etern i de ll a giustizia non si ecclis.sano sì leggermente, pe rchè la luce che su lo1' si riverbera non soggiace ag li oscuramenti e.d alle incertezzé della ragione orgngliosa ! Se a Tonno da un re guerriero non si seppe tener fe rmo ai fischi della strada , a Roma un Pon tefice .i nerme seppe resistere alle minacce del cannone. Quaud@

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