Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO LA LE~ITTIMJ'Ì'\ DEL POTERE. 23 la elezione di · un ministero, la quale è nella coscienza di un PriJicipe l'allo il più dilicato ed il più sacro; gran cosa; torno a dire, che quel giudizio, quest~ elezione dovesse essere opera della sedizione armata ) del tumulto e della minorità che descrissi sopra, e che al Puntence) al Principe non fosse dato' altro che l' eseguire una legge durissima impostagli col cannone puntato innanzi al Quirinale, e colla minaccia di trucidargli sotto gli_ occhi quanti lo ci.,-condavano! Ma se è pQrteotoso che la frene sia demagogica rompa in somiglianti estremi, più ancor portentoso è che si truovi una penna che si presume cattolica, ed è ecclesiastica , la quale negl'immani eccessi ricordati di sopra non sa tl'ovar nulla di riprensibile, sogna vedere un dirillo evangelico che hanno i popoli alla insn!Tezi one, e nella generosa fermezza di Pio IX scorge vane paure , apprensioni esagerate, diser~ione di libertà e conniven~a col t oscurantismo. Che Carlo Alberto, trascinato e tolto a stt·umento di pazzi consigli da un partito furioso, abbia pagato colla sua ruina la tolleranza del principato per qualche altro poco, questo lo intendo ; che egli non ctir~ accecato dall'ambizione, ma sospinto di fo rza da una fazione ) cni non ebbe animo di reprimere, provocasse una guerra di quella falla senza Generali capaci, senza moneta, senza preveggenze pei viveri, con un esen~ito pet· buona pat·te indi sc.: iplinato ed immorale , il quale tnt l'altra voglia avendo che di combattere ) al primo scontro di una forte pattuglia austriaca, come ha se ri lto un giornale francese, si sareùbe sbandato; tutta questa

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