Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

20 FELLONIA aHI·el!anto virtllosa di rlepositari del potere civile. M:l perehè da quel carattere sacro no~ suoi pt·escindersi, noi siam a-iunti a qualificar per travwmento e per pecca il solo mnancare di eroismo, e fin quello che in altri ci parrebbe virtù e nobile sentimento. E il nepotismo, quell a tanto declamata colpa di alcuni Pontefici, in altri principi non è riputato forse uno dei più legittimi sent imen ti? non è la pratica universale di qualunque venga al potere? Lo scandalo che il mondo prende o finge prendere pet· qualche Pontefice che studiò ad ingrandire i suoi parenti, non ha altra origine che la universale ed eroica annegazione della massima parte 1 che ha saputo temperar'sene. Si vada ora e si declami sui passati torti del Ponti"fìcato, quando il solo titolo che si avi del pilì grave, è fornito dalla santità del supremo sacerdozio, e da un eroi smo che appunto perchè troppo frequente, diè quasi un litolo al mond9 di pretcndedo pe t·petuo, e di mettet·e in voce di tristi dei princ ipi la cui sola colpa fu di non essere eroi. Ma, come dissi, è vano toccar dei torti passati l quando si dee portare giudizio snl presente; e quanto al presente, è stata gloria sovrana del Pontificato e della Chiesa, che codesti eccessi siansi ~ompinti appunto in nn tempo che il Pontificato avea fatto, direi quasi, più d.el possibile per far paghi i desiderii onesti dei popoli .. M.a se la .demagogia eterodossa si briga ben poco de l nguardi di giustizia' a smasche•·arla in faccia al mondo gioverà grandemente l'averla Ja Provvidenza condannata a calpestare un potere' che essa stessa avea per una codarda ed ipoc rita adulazione levato al cielo . '

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