Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO LA LEGITTii'I11TA DEL POTERE. 17 i nostri cervelli che lo costituiscono, e molto meno è codesta schiuma di rivoltosi che ne debbe portar giudizio! N è si degnarono quegli eroi ce>nfortare di qualche ragione nna sentenza che avrebbe deci so dei destini non dirò d' Italia e di Roma, ma della Chiesa e del mondo. E che? poteano · manca t· motivi? le enormezze dei passati Pontefici, la tirannide del nono Pio verso dei liberali , il suo rifiuto alla guerra santa, la sua congiura cogli oscurantisti], non poteano fornirne materi a più del bisogno? Ma ci(\ che non fu tentato quella notte, forse pet'- chè il plebi scito riuscisse più laconico e vibrJto, fu fatto appresso più degnamente da un prete in teatt'O , da vari arringatori nei caffè e nei clubs, da parecchi deputati nella Costituente romana e nel Parlamento tori - nese. Anzi direm più vero, si sta facendo da un paio di secoli dalla nostra ipocrita eterodossia; ed il prete ~ ' gli arringatori e i deputati non fecero che ricantare vecchie canzoni, aggiungendoci del loro goffaggini , sconnessioni e solecismi. Mi si conceùa di aggiungere nna parola su quei capi di accusa; c non sarà più che una parola. Le enormq'{e dei passati Pontefici! Noi non sap- .piamo intendere, anzi dico meglio, noi intendiamo beni ssimo, come e perchè il Pontificato romano, che sollo l'aspetto politico e civile sta riportando infiniti omaggi dagli eterodossi oltramontani, abbia ad essere co~ì sconosciuto e calunniato da parecchi Italiani per questo .o qnel Pontefice che avrà pagato qualche tributo di

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