Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO LA LEGITTl!IIITÀ DEL POTERE . 15 solda!csca c d' invigilare alla difesa di NapO'li. 1 I medesimi esarchi di Ravenna avevano un a certa dipendenza dai Pontefici ; e ad essi si volgevano a quando a quand o per averne socco rsi ora di armi, ora di danaro , per pacificare i JOpoli, pe1· negoziare coi Longobardi. Ce ne sarebbero assai alta'i dei somiglianti; ma , come dissi , non è uopo riferirli perchè la cosa è conta " e ricevutissima. Questa operazione incessante , segreta e pacifica , nnde veniva insensibilmente costituendos i Jongo i secoli una sovranità che non si appoggiava su trattati, non aumentava per conquiste, non si. aiutava di usurpazioni e d'intrighi, questa operazione, dico , è uno degli spettacoli più maravigliosi che offra la storia, e nella sua singolaril'à ci rivela le mire arcane della Provvidenza che conducevala. Costantino e Teodosio, qnanto alla temporale sovranità dci Pontefici fecel'O molto poco di positivo, lasciaron fare i popoli, ed ebbero la moderazione di non ir.gelosirne. Pipino, Carlomagno , Enrico, Ottone, la contessa Matilde non fece1·o quasi altro che riconoscere, sanzionare ed ampliare in parte una sovranità dal voto dei popoli già da un pezzo costituita. Origini così pure, solenni) esclusive del Pontifica to, ebbero tante conferme quante furono le elezioni de i Papi, le quali furono altrettante volle festeggiate , pla ndite ,. accettate solennemente da tutti gli ordini delle cillà suggette dal supremo all'imo, e pres-entano la più lu nga success ione di pri ncipi che riconosca la storia. D'altra parte ori gini tanto popolari nella spontanea e t Gnli.GOR· 1\-1 . E pistol., lilJ. II, cp. 31. 4

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