Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO LA LEGITTIMITÀ. DEL POTERE. 7 incat·cerano, confiscano, fan dannare a morte da Giunte di stato e da tribunali militari qualunque abbia osato muovere una mano od una parola pe1· riscuotersi dal loro giogo? Non è appunto a titolo di una legittimità, che essi si arrogano in un potere usurpato? E se la pretensione basta ad essi; come non basterebbe ·la realtà a chi veramente la possedesse? · E con qual diritto il governo di Torino soml)letteva con la forza Genova renitente, porgenùoci l'esempio di un re liberalissimo, fattosi anch'egli bombardatore niente meno del Borbone? Se i popoli hanno diritto di costituirsi come lor piace) come potrà costringersi Genova ad esser monarc~ica costituzionale, quando essa si fosse fitto iri capo di volere esse1·e repubblicana? Vuoi dire che quando il preteso popolo era un eco del Ministero, questo nella sovranità na~ionale trovava il mantello da onestare delle enormezze che lo avrebber fatto arl'ossire; ed alla sovranità 7W~ionale immolava l'onore, la libertà, la pace, le sustanze , e dirò anche il sangue e la vita di tanti pacifìci cittadini! Ma quando la sovranità na7,.ionale, da lui medesimo attizzata e blandita, volle attentare alla integrità dei domini i sardi, ~llora s'intese per quel che era , e si rispose, com'era . giusto,. colle bombe e coi battaglioni savoiardi del generale La Marmora. Vi so dire che a nessun m·e•·canle fe pro il tenere nella bottega due pesi o due misure; ed i! Piemonte si starà accorgendo che non fa pro neppure agli Stati. Che se l'attuale governo piemontese ha la sola misura della giustizia, è manifesto che il richiamo esposto di sopra non lo riguarda, essendo esso in ciò

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