Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

FELLONIA ad ammet1e1· questi: se la società o si formasse la prima volta, o scio Ila per qnalunque accidente, si trovasse nella necessiià di ricostituirsi, commettendo ad un determina.to suggello l'autorità di governarla ed assegnandone le condizioni; se la società si trovasse con un potere usurpato, non legittimato in nessuna maniera nè taci- • ta, n è espressa; da u!timo, come vogliono non pochi e gt·avi scrittori, se un potere anche legittimo degenerasse in vera tirannide, e come tale fosse riconosciuto universalmente, o~ che è quasi lo stesso J se avuto fin dal primo suo costituirsi una condizione od un patto, il depositario del potere lo abbia scientemente e gravemente infranto, e la società mot·almente tutla ne sia convinta e se ne voglia ri scuotere. Pareccl~ie repubbliche dell'America ci danno l'esempio del primo modo di esercizio della sovranità popolare; la Grecia) che emancipavasi dal Turco nel t827, ce lo fornisce del secondo, il quale potrebbe meglio tt·ova•·si nella demagogia sedi· cente repubblica che oppresse Roma e Toscana; un caso della terza maniet·a si potrebbe riconoscet·e nella separazione del Belgio dalla monarchia neerlandese, o nell'ultima espulsione degli Orleanesi dalla Francia. Fuori di questi casi, ogni conato tendente a soppiantare un ordine costituito, ad annullare un potere legittimo pet• sostitnirgliene un altro, anche supposto che procedesse dalla maggioranza e dico anche dall' universale., sarebbe nondimeno iniquo, scellerato, fellonesco; e pott·ebbe' essel·e compresso colla forza, pnnilo severamente come qualunque altro delitto, se ce ne fossero i mezzi. Ed a qual titolo i tirannelli di Roma

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==