Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO LA LEGI1'TI\IlTÀ DEL POTERE. 5 che non menti sce mai, che non ha mai torto, che ha sempre t'a3ionc ! E nondimeno il massimo delitto che si commettesse a memoria d'uomo, il deicidio, fu consumato a richiesta appunto del popolo: appunto per satisfare al popolo, per non sapere opporsi al popolo, il Preside romano immolava alla sna popolarità il giu sto e l'innoc-ente per eccellenza : Pilatus volens populo satisfacere. E quante iniquità non hanno in questi ùue ultimi anni consumate o perme~s e alcuni Go·verni italiani votentes populo satisfacere ? Ma tornando al diritto che hanno i popoli òi costituirsi, il dire che questo diritto può esercitarsi sempre e in tutti i casi è uno sconoscerc l<t legittimità del drillo, è un crollare i cardini di tutte le obbligazioni, è rinnegare un sentimento interno della coscienza , è smentire un senso universale, perpetuo che è stato improntato nelle lingue medesime c nel costume, è un rendere impossibile ogni vita sociale a cui sarebbe tolta qualunque stabilità di consistenza, è consecrare una massima antievangelica , perchè l'obbligo che il Vangelo c'impone di obbedire sarebbe finito, quando non ci fosse più legillimità di dritto nel comandare. A voler dunque ammettere i pronunziati sovraesposti sulla sovranità popolaré, bisogna restringerli ad alcuni casi nei quali l'esercizio della stessa sovranità sia devoluta immediatamente alla società. O vi parrebbe strano che si possegga un diritto) il cui esercizio sia legato ad alcune condizioni? Sarebbe malagevole definire i casi nei quali il popolo potrebbe esercitare quel supremo suo diritto; ma forse non si troverà difficoltà

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