Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

AVVERTENZA xxxv là cristiana , vede ognuno che si possono così bene conservare in una mon:1rchia anche assoluta, che sconascere e cal pestare ·in una costituzionale od in una repubblica. E perchè dunque dovrebbe la Chiesa parteggiare per una forma a prefe1·enza di un'altra? Essa mostrandosi indifferente per ciascun'l potrebbe formare la perfezione, la pace, la prosperità di tulle, se le · si lasciasse libera e piena azione nel ruczzo delle nazioni redente . Perciocch~ in sustanza la prosperità dei Governi dipende assai meno dall'accidentale loro f~rma, che dà Ila morale bon là dei governanti; e di questa morale bontà la Chiesa, e la Chiesa sola, possiede l'intero concetto, ed ha il segreto d' ispirarlo p1·aticamente nei cnori fedeli . Non può dunque ignorare il P. Ventura colla sua scuola democratico-religiosa, che il potere anche assoluto è stato in mille guise riconosciuto come legittimo dalla Chiesa, però appunto che esso non sinonima con dispotico; è stato esercitato dai Pontefici anche ultimi, nè crediamo che cattolici cosi zelanti lo vogliono qualificare per pagano e pet• tirannico, anche quando ne fur depositarii i Vicarii di Cristo. Quanto alla insurrezione, lasciando la qnistione di diritto se, quando e come il dispotismo e la tirannide possano onestarla, il fatto è che uon era tirannico il potere in Vienna, dove allora allol'a eransi date liberali istituzioni, e dove si com'battè a viso aperto pct· la demagogia. Mollo meno erano tiranni i Principi Italiani dechinatisi a tanta condescendenza, a concessioni .cosi larghe, che a sostenerle non si .tt·o- ~ando i popoli abbastanza maturi, sono riusciti a qne-

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