Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

'XXXI 'V AVVERTENZA tore asserisce aver fallo gl'insorti di Vienna; quantunque conceda che essi abbian potuto non credere a Cristo, e neppm· sognare di render servigio alla Chiesa. Egli basta una leggiera osservazione sui principii di diritto pubblico naturale, sui dettami cattolici, sulla storia e sui falli contemporanei, pe1· intendere che potere assoluto e tirannico non sono sinonimi; ma il tirannico è una dege.nerazione dell'assoluto, come -potrebbe degenerare qualunque altra forma govcrnaliYa, e come degenerarono bene spesso i poteri popolari, che oppressero tanto più duramente quanto più mu lliplicavano gli oppressori. La Chiesa poi benchè condanni altamente tnlli gli abusi, non ha parteggiato giammai nè si è mosll'ata propizia a veruna forma particolar di govern o. Essa avendo sanzionata la derivazione del potere civile da Dio, ha riconosciuto che ne potea essere depositario un individuo eletto a pet'· }}eluità o a tempo, una dinastia per eredità, un' assemblea, un senato, e ,·i a di scorrend·o; .ma sempre ha imposto alle coscienze il dovere strelli ssimo della soggezione e della dipendenza: dico anzi meglio, non è slata essa che lo ha imposto; ma l'ha fatta da semplice propone·nte autorevole, notificandoci i precelli che se ne truovano nell' Evangelio e negl,i scritti apostolici. D' altra parte il dogma della naturale uguaglianza tra gli uomini } l'altro che ne deriva della fratellanza universale; il rispetto che si dee al diritto, alla libertà ùel proprio simile; la dignità conferila all'uomo per divino ri scatto; tutti in breve quei principi i che costituiscono il decoro ed il nobile orgoglio della socie-

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