Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

xxx AVVERTENZAìn che ruppe, lo scandalo per lui gettato nella ftafia , (Jnan to per avventura essa non ne avea avu to giammai , il tracollo della sna opinione, ci fanno snpporre che. ''11 cordato leuore non abbia uopo che gli si segnalino i paradossi di ·lui su questo punto . Non così del P. Ventura, il cui credito non è an- , co1a tanto scaduto, da più. non fare essere pericolosa · la sna azione e la sua parola. Et;li si è voluto far capo in Italia della nuova scuola democratico-religiosa; ma dalla solitudine in che è restato non dovreLbe conéludere come fa, che la Chiesa non ha finito ancor di capire la sua missione; >(. dovrebbe concludere sì veramente che se egli .ha capila mai in gioventù la sna vocazione di prete e di religioso, l'ha certo scono- ~ciuta e dimen tica· nella vecch ia ia . Ci dice che in Fl·ancia il Clero è entrato in quelle sue idee; ma questo specchialissimo Clero francese ha f<~Ho verso la repubblica nè più nè meno d·i ciò, che l'italiano fece verso i Governi cos tituzionali , fin.chè non degenerarono in demagogia lirannica ed anticristiana. Le concioni democratiche sono tuttav ia e~clusi~o suo privilegio: e la stampa periodica e callolica in Francia lo ha giudicato con severità uguale alla gravezza dei suoi traviamenti. Vero è che egli la ch iama stampa sedicente cattolica; ma se l' Univers, l'Ami de la Religion, la Voùc ~ La ReUgio·n et la Démocratie, discours (unèbre pour l es morts de Vi enne, etc. ; pat' le R. P. V ~N TURA. Paris ~ 1819, pag. 73. Cito senza scrupolo la versione ftanccse in luogo dell' OJ'iginale italiano che non ho; pcrchè si Lr<ttta di concetti e non di parole. •

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