Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

XXIV AVVERTENZA luto il lungo lavorio di un mezzo secolo per averne il !'ocialismo moderno, che ha invaso la classe infima della società f1·ancese, di cui si è fatto lo sgomenlo, e potrebbe da un'ora all'altra diventare il flagello. Ma mentre la plebe si corrompea, la borghesia rinsaviva; ed al presente è essa appunto che oppone un argine alla tremenda invasione del socialismo. Singogolarissima armonia che tempera il mal col bene, e ii no nel successivo propagarsi dell'errore ha preparato il più poderoso ostacolo al totale suo trionfo! Io chieggo talora a me stesso: che sarebbe stato se la Corte mezzo ugonoua di Cado IX avesse trovata la borghesia volteriana del secolo passato? se quella bot·- ghesia avesse avuto ai suoi ordini i modemi ouvriers? se i moderni ouvriers si combinassero colla borghesia volteriana o colla Corte mezzo ugonotla di Carlo IX? Nella Italia ingranchita e tardiva anco1·a nel male siamo al secondo stadio; all'infezione cioè della bor. ghesia: i uostl'i popoli sono per anche intatti, e si prestarono appena perchè sedotti dalla pecunia, travolti" dall'inganno, bl'iachi dall'uragano passaggiero della rivolta. La nostra ptaga non è la plebe neppure iniziata ai misteri socialisti: la nostra piaga sono gli avvocati falliti, i mediconzoli, i letteratucci, i gior· nalisti, gli arringatori; ma ci vuoi poco ad intendere, che alla costoro scuola la plebe stess<:t fa progressi ogni giomo, e col tempo forse l'Italia neppure pe1· questo capo avrà da invidiare alla Francia. Co!lì noi no.n ·siamo prossimamente minacciati dal socialismo 7 utopia grossicra e plebea; ma siamo stati messi sos-

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