Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

XXII AVVERTENZA prammodo utile a formarsi un conc€tlo g.iusto dèlle nostre attuali condizioni civili, s-enza di che non mi par possibile che l'Italia si riabbia davvero. L'elemento dell'errore e del male, antico quanto il mondo, ostile profondamente alla Chiesa ed in particolar guisa al Papato, acquistò vigore tra noi, e riuscì a prevalere per due circostanze che lo favorirono. Queste !SOno lo stadio a che trovasi la invasione eterodossa in Italia, e l' intenento del pensiero religioso, proslitnito colla più sacri lega profanazione ad essere mantice e complice della ribellione e dell'anarchia. Quella gerarchia civile, che ad onta di tutte le uguaglianze democratiche dnrerà sempre siccome una stretta necessità sociale, quella gerarchia, dico, fa che comunemente il bene ed il male nelle idee si comunichi dall'alto in basso; cioè dalle condizioni più forbite e più molli a quelle che lo sono meno. Dall' altra parte il principio vitale inseparabile dalla Società e dalle singole sue classi, fa che dopo i danni, gli sperimenti e i disinganni di un'aberrazione ideale e morale, si rinsavisca al fine a poco a poco, ricredendosi degli errori e rifacendosi delle calamità sostenute. Avviene quinci che il successivo variarsi dei varii periodi, nelle diverse classi, non permette comunemente, che una Società tu !la intera sia corrotta o camn1ini al corrompimento; ma se nna parte dechina, l' al~ra si rileva, e scusa l' nffizio salutare di un contrappeso e di un compenso. Nella Fl'ancia, che vogliamo per questo capo paragonare alla Ita!Ìa) Ja invasione eterodossa comprese

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