Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

CONCLUSIONE . 127 Ripressione della stampa licen'{iosa. La libertà della stampa ha, non dee di~simularsi, qualche ,·antaggio; ma è inutile il dire che quel qualc!ze vantaggio si compera al prezzo carissimo d'immensi ed enormi danni per la licenza in che d<'genera tanto spesso. La sola via che siavi da scemare e ritardare quei danni, è una vigorosa, severa e pe1·sevcrante repressione, che faccia costar c'aro l'atterttato aJia san tità della l'elegione, al pubblico costume, alla legittimità del potere ed alla fama dei privati. Senza questo, un paese con libera starupa sarà in continue agitazioni e poco meno che una babi lonia. Pe... non entrare nelle ragioni di questo vero ·' ci potrebbe bastare l'esempio di tutte le nazioni culle ed anche liberissime, che non fecero e non fanno altrimenti. In Francia. non ci ~ quasi giorno in che delitti di stampa non sian tradotti innanzi le Corti di Assise, e ne son pnnili con ammende pecuniarie ncn lievi, e con due, tre c fin cinque anni di prigionia. Ci è ta l giornale su cui in pochi mesi si sono accumulate le ammende di quasi centomila franchi , ed i cui Gerenti responsabili si son cangiati le quattro o le cincjue volle, pcl' avere mutato il bureau coli a prigione. Com'è possibile che la povera Italia novizia, e però più sensibile a queste ferite, possa vivere in pace con una stampa atea , ereticale, rivohqionaria, calunniatrice, impudente fino al prodigio , senza il menomo freno o rattento dalla parte dei Governi? La proibi~ione clei clubs o circoli popolari. L' Assemblea francese nel prossimo passato marzo sanzio10""

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