Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

D CONCLUSIONE. 125 fare che il voglia ed il desideri fo1·se gioverà formo· larglielo in parole brevissime. Pcrchè poi non si creda che queste proposte siano in detrimento della libertà, accennerò per ciascuna il contegno che serba la Francia, la quale pure è il Governo più democratico che sia in Europa, è forse ancol'a che sia possibile. Ecco dunque i cinque capi da ponderarsi che potrebbero essere argomento di allrettanti opnscoli, e che mi duole dover restringere in alquante linee. Gli uomini al potere. Il potere esecutivo commesso in tanta parte al Ministero , rende la scelta di questo di una rìlevanza capitale; e tradirebbe il suo popolo qnel Principe o Presidente che in ciò prendesse consigli in opposizione colla sua coscienza. È egli altro che abbandonare Utl paese alla ct iscrezion di .un partito, il mettere al Ministero uomini di parti to? fa l'lo nominare o fari osi imporre dal partito? alterarlo, modificarlo secondo le pretensioni e le esigenze di un partito? In Francia dove nella linea dell' onesto ci ha rnultiplicità di partiti fu saviezza fare che i precipui avessero qualche inflnenza nel Mini stero; ma il socialismo non vi ha la menoma parte, tranne quella di f1·emere, di maledire, di bestemmiare e sempre indarno. In Italia non è così; noi, tranne qualcuno che vagheggia il potere assoluto, come unico scampo dalla imminente anarchia, non abbiamo che dÙe parti: gli amici di una onesta Costituzione, e i fautori della democrazia. Or non è stata una follia sperare con questi secondi condurre _innanzi le monarchie costituzionali? Ove gli eletti siano uomini di

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