Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

122 ~ONCLUSIONIL · Vero è che in questi ultimi .mesi alcuni liberali e de ma()'oahi l' hanno rotta alia fine , e si sono accapi· o o oliati e ciufl'ati bruttarnenrc tra loro. Il Gioberti strilla o come un' aqni la contro il Mazzini, questi mena da orbo sul Guerrazzi, il Brotferio spu ta fiele contro il Gioberti, tale altro si avventa bruscamr.nte su tutti J e via di scorrendo pe1· non aggiunge1·e altri nomi pa1·ticolari . Ma questo non è quel combattere le dottrine demagogiche detto di sopra; questo è qnel naturale e necessario urtarsi delle ambizioni di uomini, che traforatisi al potere, credono che l' l.talia non sia beata, se non quando essi ne stanno alla cima. Ma è scandalo, è dolore che dove non si sentiva una sillaba di biasimo quando si calpestavano i diritti , si manometteva la. giustizia e si opprimeva la religione, si sia dovuto poi assi stere a codesti piati pettegoli, come prima è stata parola di elezioni, di carichi, di dil!ature e di portafogli. Saremmo feiici se quinci appresso questi scandali non fossero che rimcmhranzc, senza la dura necessità di vederli riprodotti. Ma se le cose pigliano in Jtalia una miglior piega; se una via di legalità c di ordine vien finalmente ad affrancarci da ques to caos, in cui Ja demagogia ci fa gemere e trepidare da presso a due anni, deh! per Dio! che quelle rimcmbranze ci siano un di singanno salutare! ci valgano una lezione che non ci pàssi senza profitto! Codesta via ridicola di conciliazione, ùi condescendenza, di tolleranza illimitata. con una demagogia che ha giurato di opprimerei, non può fruttare che una passeggiera anarchia , se i ten-

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