Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

CONCWSIONI!. ma frattanto furono . amici , difensori , ammiratoi'Ì , paneg iri sti di coloro che più o meno esplicitamente profe~s:nano qnelle idee ; certo a veruno non di ede l'an imo di levare la vo ce o impngnare la penna. Se io rispettassi meno alcuni nomi illu st ri nella Penisola, po trei fal'e arrossire più di una fronte per le concfeo scendenze , per le parzialità e quasi di ssi tene rezze U!'at e verso i Mazzin i , gli Sterbini, i Guerrazzi, i Giobe rti t ed altri cotali professori della democrazia di" Robe!' pierre. Che ne avvenne? Il clero nell'universale silenzio e nelle vili con nivenze del Jaicato, ~ti quasi obbligato a lacere anch'esso; e se fiatò, venne accaginnato d'im prudenza e di avventatezza; i Princi pi si ' 'id ero imposti al ·fianco nomini cni ogni onestà delesrava, ma pei qnali gli onesti coll'esterna approvazilmc toglievano a que lli un moti\·o da r·ifiutal'li; e così accanto a Pio IX si vide il Gallelli, che ne avrebbe poco dopo segnata la caduta, accanto a Leopoldo si as sise il Guerrnzi, il quale si apparecchiava alla dittatura cha saria succeduta alla espul sione del PrinciM pe; e Cado Albel'to si rassegnava all'abbate presidente, che senza espellerlo, cacciaYalo renitente in un ba llo, dal qnale non ' potè rilrarsi con decoro senza ]asciarv i la corona. 1 Non scmlJri rhe il qttat·to di questi nomi sia mnle accoppiato coi tl·c primi . J.'ablJate piemon tese ha professato la pura democrazia di JUassimiliano Rouespien·e ( GIOB. Apol. del Ges. mod . , Pat' igi, 1848 , pag. XLY rr ) con un cinismo che nessuno i ta li ano nvca usa to lìn qui. Il stto contegno pos l ct·iorc ind ica solo che egli s tima l ' llalia dovere altender·c tut altro poco per quella pura democra:;ùt di Robespierre ; e per·ò la qn.islione versa pe r lui sn lla opp01·turdtà, non sul principio.

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