Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

U6 CONCLUSION H. nè crederemmo che IJdio possa mancare di espedienti in un;.~ causa che è vcrameute sua. Ma tornanùo a questo scrillerel lo che abbiam conchiuso. forse che gli eventi seguìti lo han reso inutile? non ci pare; anzi stimiamo che appunto questi eventi gl i daranno una importanza maggiore che non mi sarei aspellato. Coll'intervento armalo delle po tenze cattol iche si potrà bene 1 ipa rare al fatto: ma le o ieche idee, che sono la raùice occulta di quel fatto, non si combat tono nè si conquidono col cannone. Esse stan lì attutate ma non i spente , depresse un istante ma non meno ardite ; ed è solo nelle idee espresse colle paro le che esse posson trovare un efficace contrasto. Sarebbe a desiderarsi che scritti in questo senso multipli cassero nella Italia, e che i Governi medesimi, qualunque essi siano, apprezzassero e favorissero quest'arme) non permettendo che se ne faccia un ruinoso monopolio dai nemici dichiarati di ogni ordine e di ogni diri.lto. Tra quante idee si possono inculcare oggigiorno, mi par precipua eù utilissima quel la che ci reude un concetto preciso della demagogia italiana ; .di code ~ ta faziouc cioè fellonesca, tiranuica e sacri lega, che ci ha inaridite le pilÌ belle speranze, ci ha ranollo in tante sciagure, ci ha falli ridicoli e colen nendi in faccia allo straniero, ci ha cope rto di vitupero inn<~nzi alla storia, ci ha in sidiato ogni bene civico, religioso e morale, ci ha desola ii facendo correre· taolo san"ue . h e spremendo tante lagrime nella patria nostra, nè ~la per lei che non si siano centuplicate e fatte perp!'lue

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