Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

CONCLUSIONE. 113 Supponete che l'attentato contro Pio IX, o si fosse compiuto quando pre~alcvano i socialisti in Francia, o che questi prevalessero quantlo fu compiuto; c nelle armi fraucesi, !ungi dal potere trovare un appoggio al diritto, si saria trovato un complice alla demagogia; allora ciò che oggi si può fare cou agevolezza, saria stato o impossibile o stranamente malagevole. Sono tre secoli che l'Europa non ebbe mai una tendenza cosi esplicita e così ferma verso il Pontificato calto Ii co, come l'ha al presente; sono parecchi lustri da che la Francia non ha un Governo cosi relto di principii, cosi fermo e co~i moderato, come l' ha al presente. Ebbene l Iddio non permise alla scellerata fazione italiana quel momentaneo trionfo, se non quanclo in quella tendenza europea ed in quel Governo francese avca preparato il mezzo per annientarlo. Se la Francia repubblicana sollo la presidenza di un nipote di Napoleone sapegse concorrcl'c a rimettere il nono Pio sul Quirinale , non vi sembrerebbe una nobile ri rarazione , che Iùdio farebbe rendere al suo Vicario pct· gli spogliamcnti, per la deportazione e per le onte sostenute dal sesto e dal se ttimo Pio? Lo dicemmo nè lascerem di ripeterlo: se ci ha secolo in cui la Chiesa ha bisogno della massima indi pendenza, è appunto il nostro; e crediamo che tuili i falli seguìti fin qui riusciranno ad averla raffermata e cresciuta. Se ci fosse uopo di un miracolo, noi d attenderemmo un miracolo dalla Provvidf'nza : ma ci pare che la immanità degli eccessi, a che si è precipitata negli Stati Romani la demagogia , ne ha cessato il bisogno. Ridotta la me-

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