Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO GL'INTERESSI DELLA ClliESA 109 una riprovevole infingardaggine non avesse lasc iato riusc·ire il Parlamento niente altro, che la ra pp resentanza legale di .una fazione. Egli polè avere il vanto di ospiziare il Padre comun dei fede l i, e con un maschio sentimento di fede cattolica dalla età moderna poco conosciuto e meno apprezzalo, ma che fu il generoso orgoglio di età più cristiane, la fece da figliuol primogenito) da confideute, da amico del nono Pio; e risparmiando alla Italia l' unta che il Pontefice dovesse cercare asilo in terra forastiera, fece che se i mili oni tl ' Italiani potessimo non vergognarc di questo nome. Spettacolo degno di secolo lJÌÙ cristiano e più forte ~be non è il nostro, il quale non si trove rà forse neppur capace di apprezzar lo ! Un re guerriero che alla integrità dei proprii Stat i pronedea per suoi Generali, ma al diritto di un Pontefice suo ospi.te, in erme, tradito ed esule provvede in pe rsona, e marcia rg li stesso alla testa delle sue schiere, ci sembra qual!:he cosa di meglio che metter la spada al se rvig io di pr ivate ambizioni o di fantasm i faziosi. Tanta generosità non suof essere calcolo di preponderanze diplomatiche o d'influenze politiche; essa è e dev'esse re ispi razione di fede cattolica, che assi cnra abbastanza il di sinteresse deìla nobile impresa. Gli adoratori d'Italia im pa llidirono al vedere il vessillo na politano s' ·entolare sotto Je mura di Roma; ma i cattolici di tutta Europa, ma gl ' Italiani medesimi che amano l'indipendenza c.lella Cl1icsa nn poco più dei sogni nazionali, 'scorsero e salutarono in quel ressil lo un provv ido contrapp1•so alle armi della Francia, il cu i GoHrno se è cattolico,

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