Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

AVVERTENZA. xv Se dal non essere conosciuta ùai patriotti la demagogia ebbe forza e puntelli, dall'essere troppo temota dai sinceri callolici acquistò il non trovare ostacolo nella sua via di distruzione. Questi stimandola una fiumana a cui niun argine avrebbe potuto resi stere, neppur pensarono a difendersi; e i loro timori esagerali potrebbero giustificarsi dalla comunella , che dis~i sopra, stretta Ira la demagogia e quei Hberali o patriotti, pei qnali il caltolicismo se non è un nemico, è certo una cosa indifferente e diremmo quasi una negazione. Ma anche in questo noi riconosciamo riproduzione ·di cose vecchie. Un piccolo elemento di male che si spegnerebbe con un fiato , ma che pure si eleva alla condizione di universale flagello, perchè sostenuto da privati interessi di chi no 'l conosce, e non combattuto da chi troppo lo teme ; que&t.!l è in iscorcio la storia di tntli i trionfi, che il male e l' errore riportaron nel mondo. Martin Lutero ed Arrigo ottavo erano due scinti Ile d'infernale orgoglio e di sozza libidine; ma gl' incendii che levarono si debbono meno ad essi, che alle ambizioni ed alte cupidigie dei principi alemanni e dell'aristocrazia inglese, che credettero trovare il lor conto nel soffiare su quelle scintille; si debbono alla codarda morbidezza del clero inglese nel primo assalto; compensate nobilmente nel secondo, ed alla indecisione e Limidità dei cattolici tedeschi nel primo rompere della eresia. La demagogia italiana , che è eterodossa e radicale nelle midolla , non ania provato per nulla, se i nostri patt·iotti liberali non le avcsserr poria la mano per valersenc ai

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