Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

Vl!RSO Gt' INTERESSI DELLA CIII ESA. • fO l forse strano; ma è nondimeno abbastanza giustificato . ' dai fatti. Noi sotto la scorza de ll a tendenza democratica ·scorgiamo il midollo della r·iforma religiosa, la qtule nei Capi del movimento costitnisce lo scopo ultimo della im presa . Il pe rcbè non è il pote r temporale del Papa che si vuoi distruggere per febbre demagogica, ]asciando per con seguenza all e incr. rlezzc dell'avvenire la sua spirituale supremazia: questo potrà essere il sistema de i patr iotli libera li , i quali non adorando altro dio che !'Italia, si cnrano della Chiesa so l qnanto basta pe r glorificarne il loro idolo; ma dirr.rsamente va la cosa pe i Capi onde i primi sono menati pc ! naso : per essi è proprio questa spirituale supremazia che si vuole oggi mai cacciar del mondo, e non se ne vede mezzo più efficace che spogliarla del po ter temporale. È una flelizia a vedere la devozione sentimentale onde gli avvocati rappresentanti, i clubisti c i giornalisti ci p:~ riano dei tem pi beati, ·in cui la Chiesa stava nelle catacombe' i suoi sacerdoti eran trascina'ti nell'anfiteatro e qualche Pontefice dannato a guarùat' le fiere uelle cave. Ma se quei temp i beati ritornassero a ra ll egrare il mondo, mi persnado che gli avvocati, i clubisti e i giornalisti non sarebbero nel numero delle vi !lime e dei martiri; certo dal mestiere che fanno al presente possiam supporre che più volentieri la farebbero da accusatori, da giud ici , o almeno da spettatori plaudcnti. I Pontefici, i sacerdoti ecl i martiri si rassegnayano allo squallore~ alle sofferenze ed alle ~nsie de !la persecuzione; ma non erano

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