Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

94 SACRILEGIO a fare con un suddito o proprio od altrui, che tornerebbe al medesimo? sarebbe altro il suo governare la Chiesa che nn avvicendarsi assiduo di oppressioni, di Pri(l'ionie e di esilii? Oso dire, e non si troverà spe.. o ro ardita questa parola, che se i Papi dovessero ma i perdere quella loro civile e politica autonomia, non troverebuero stanza meno pericol?sa, che un paese eterodosso col qual e non avessero alcuna sorta di relazione religiosa. Certo nessun paese sarebbe meno opportuno di quello, dove il Governo ed il popolo volessero intromettersi di cose ecclesiastiche; e nel nostro secolo eminentemente cattolico, quale Go,·emo è o qual popolo cattolico che no 'I pretenda e che non creda averne un diritto? Di quì aP,parisce la portentosa impudenia di chi ha ardito par lare d' indepcndcnza da lasc iarsi al Vicario di Cristo in Italia) nell'atto medesimo che nna persecnzione scellerata e sacrilega si meditava e si consumava in buona parte contro Cristo e la sua Chiesa. La demagogia italiana foggiatosi un fantoccio di cristianesimo me'zzo pagano, mezzo ereticale, ma tutto altro che cattolico, si è messa a proclamal'lo deciJendo senza appello ciò che fosse a credersi c ad operarsi. Il laicato sinceramente cattolico, forse per non sapere , il clero forse per non ardire , il certo è che nulla o pochissimo han tentato per opporre un argine a così subita e minacciosa invasione; e quelli frattanto han fatto nel rigor del termine quaecumque voluenuu. Secondo i dettami del nuovo Vangelo la inde· penden'{a italiana fu dichiarala ultimo fine dell'uomo )

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