Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

AVVERTENZA XIII bene; che dalla pugna ha ottenuto una prevalenza, la quale è stata, la Dio mercè, passaggiera, e avrebbe potuto esset·e assai più diutuma; ma che ad ogni modo non sarebb~ nuo:ra giammai. Forse potrebbe paret· nuova la sembianza che ha preso, l'atteggiamento a che si è composto , le persone nelle quali si è mostrato concreto, i mezzi onde si è valuto, le preten:. sioni che ha spiegate: tutto in somma quel che voletç, quanto alla novità delle apparenze, per pur concedere qualche cosa alla vena inventiva del secolo di progresso; ma quanto al fondo, alla su stanza, l' ele~ mento è, è stato e sarà sempre lo stesso. Soffiato dall' alito .velenoso di Lucifero, alterò nei suoi primordii lo spiracolo divino nel primo parente; e chiamatosi poscia Caino, nel fratricidio iniziava le uccisioni e le violenze che, consumate da uomo su di uomo, riescon sempre a spargere sangue fraterno. Si chiamò Nembt·otte nelle pianure di Sennaar, e nel folle ardimento della mole babelica ispirava il delirio di combattere la natura ed il suo autore, o certo di sottrarsi ai suoi · flagelli. Si chiamò Giuda, Caifasso, Pilato e nel deicidio preludevano alle persecuzioni , che la Chiesa avria sostenuto dal bacio spergiuro dei falsi amici, dagli scandali farisaici dei preti ipocriti e dalle paure codarde dei politici machiavelleschi, i quali avrebbero immolato Cristo e la sua Chiesa agl'interessi terreni, al fanatismo religioso, ed alla popolarità delle piazze. Si chiamò Maometto, qnasi un millenio appresso si chiamò Lutero, ed allora si fè solenne il vezzo di combattere Cristo, pur pt·ofessando di riconoscerlo per

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==