Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

Xli AVVEfiTENZA. i'! dimostro, ce ne siam formato un concetto giusto e rispondente alla realtà delle cose? Gli uomini di forte ingegno e di riposato giudizio lo avran fatto sicuramente: per essi questa rivoluzione italiana sarà stata una messe ubertosissima di preziosi ammaestt·amenti. l\Ia per la moltitudine, per coloro che non hanno agio di riflettere o capaciià di riflettere fruttuosamente, sarà, spero, soprammodo utile trovare raccolte in poche pagine alquante osservazioni, che baslino a formarsi un giusto concetto dell'elemento malaugurato, che ci ha innaridite tante speranze, ci ha fatto divorare tante calamità, ci ha chiamato sul capo tante vergogne e ci ha màntenuto in tanto scompiglio. Chiamerò questo elemento demagogia , come avrei potuto chiamarlo radicalismo, socialismo, e non so che altro; ma il nome fa nulla quando l'oggetto è distinto abbastanza. Oggi l'Italia non ha bisogno di sàpere come si chiami il suo nemico : suo bisogno supremo è sapere chi sia c che sia. E perciocchè dal non saperlo ci è incolto l'esserne rest'ati vittima; dall'esserne restati vittima deh! cogliamo almeno il frutto ·di pur saperlo una volta ! E per saperlo comincio dall'osservare che gli eccessi consumati in Italia contro ogni umano e civile diritto e contro ogni santità di religione, per quanto abbian dovuto addolorarci altamente , non avrebbcr dovuto in nessuna guisa sorprenderei. Qui non ci è stato nulla, perfettamente nulla di nuovo; e tolta la novità, quale ragione ci resterebbe di maraviglia? È l'errore, è il male che pugna contro la veri tà ed il

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