Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

80 SACRII.EGIO zii e colle morii nell'aperto degli anfiteatri. Di questo primo fu effcl!o un secondo vantaggio, il quale fu che, acquistalo la Chiesa un essere pubblic? e legale nel mondo, potè cominciare quella serie di benefizi nell'ordine naturale e civile, che formano al presente il patrimonio ed il retaggio delle nazioni culle. Ma . qual' è il vantaggio che in questo mondo possa ouenersi senza qualche dispendio? Quale è il comodo che non po rti con seco in diverso genere un qualche iocomodo? Il cessare delle persecuzioni dovea naturalmente fare scadere alquanto quella vivezza di fede, oh e appnnto alla cote della persecuzione si aguzzava; dovea rallentare alqnanto quel vigor di spirito che appunto nel turbine della persecuzione s'impennava le ali a slanc i più generosi. Dall'altra parte gl' interessi della Ch iesa venendo.si ad intrecciare con quelli del mondv) questo se più non era persecutore colla spada, era e sarà sempre suo naturale nemico; e però si apriva una scguenza di pugne in di verso genere; di quelle cioè onde il mondo si saria adoperalo d' invadere le appartenenze de lla Chiesa, di t1·arla ai suoi fìni di se rvirscnc come strumento, e, disperalo di questr, impedirne cd allentarne l'azione e la parola. A questo doppio inconveniente, necessaria comeguenza del nnovo ordine di cose, nei crediamo di scorgere nella successione medesima dci falli apprestato dalb Provvidenza un doppio rimedio, che emerse non meno spon,taneo dai fatti stess i. La maestà, lo splendore, la pubblicità solenne acquistata dal cu llo c.:~tto· lico cnttò ati alimentare· la fede, supplendo a quel

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