Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

78 SACRILEGIO percltè non si voleva il fine; ma ove la .impostma venne a mantellare la pugna, fu detto che SI volevano scarta ti quei mezzi, perclLè non erano di essen'{ a della ~Chiesa: nell'uno e nell' allro modo si tirava e si riusciva allo stesso scopo. Questa è la radice occulta di tutti i ceppi, di tutti gli ostacoli, di tutte le difficoltà onde si è preteso impastoiare la Chiesa, dagli Imperadori di Oriente fino alle arti col'teggianesche ~ parlamentarie, che figliarono la Costitu~ione civile del clero di Francia ed il Codice giuseppino di sagrest ia in Alemagna. Ma in questo incessan te succedersi di contrasti, di urti, eli gelosie , di acquisti e di perdite dall'una parte e dall' altt·a, un so lo punto restò immo to) e su di esso non permise mai la .Provvidenza che il mondo riportasse veru n vantaggio, per qnanto esso ed accesamente lo sospirasse ed ardisse ogni estremo pe r consegui rlo. Questo è l'autonomia, o la indipendenza che vogliam di l'la, dei romani Pontefici, dei quali nessnna potenza della terra potè farsi per diritto temporalmente superiore. Un'autorità suprema nell'ordine civile fu indi visibile dal Pontificato cattolico fin quasi dal primo tempo che la Chiesa cominciò ad avere un essere pubblico e so lenne nel mondo; e pel' conseguente fino da quell'istante in che il mondo si saria po tuto arrogare una ingerenza qualunque nelle cose della Chiesa. Talmente che noi ignor iamo .che potrebbe succedere con una diversa economia, in quanto una diversa economia non avendo esempio nella storia, sarrbbe caso al tutto nuovissimo; e benchè _sappiamo da una parte che

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==