Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

VERSO GL'INTERESSI DELLA CHIESA. 75 i fatti sarebbero tanto peggio accolti quanto fossero più stl'ingenli e più innegabili. Il beffardo riso eù il sacrilego scherno onde fu1· ricevute le gravi protestazioni e le denunzie solenni di scomunica fatte dal Pontefice; quel riso, dico, e quello schemo sono appal·ecchiati a qualunque osi parlat:e in quel senso medesimo, cioè cattolico. Non cosi pei primi e in parte ancora pei secondi, val quanto dire per· quelli che se non hanno fede da cattolici, hanno almeno intelletto per conoscere e senso pe1· apprezzare i veraci beni civili dei popoli. Ad essi sarà oltremodo profittcvole l'aver sollo l'occhio alquante considerazioni sul vincolo di attinenza che lega gli universali interessi religiosi colla sonanità temporale dei Pontefici. È bello rispettare con umile semplicità ·~iò che fu sempr~ approvato dalla Chiesa, e dall'antichità venerato; ma forse è più bello ancora, certo è più n li le avere alla mano qnanto basta per ragionar quel rispetto e confonde1·e la calunnia impudente e la sofistica capziosa. La quale utili là ~arà coronata da quell'altra, che qui è precipua , di riconoscere cioè la demagogia italiana pel Jato religioso e cattolico. La Chiesa, per quanto sia istituzione eminentemente soprannaturale e celeste, è nondimeno alla stes· s'ora umana, visibile, tenena: essa ha, a così dire, il capo ed il cuore in cielo, ma i suoi piedi poggiano sulla terra; ed essendo sua missione dirigere ed assistet·e i mortali nel terrestre loro viaggio, è manifesto che ciò imporla un operat'e esterno e sensibile sugli uomini medesimi, che ne sono il subbietto. In questa condizione è non men manifesto ., essere alla Chiesa

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