Carlo Maria Curci - La demagogia italiana ed il Papa re

58 TIRANNIDE t·aO'ioni' diciam così a priori per una istitu- gruenzc o 0 . • zione dannata oggimai dalla stona, da1 fati i, dalla opinione universale. Che dunque ? Si du~ita ancora della trista pruova che ba fatto nel mondo Il Governo dei preti, e segnatamentc del Maggior prete? 5i dubita ancora dell 'oscurantismo, del retrogradismo, dell' assolutismo aJollalo dal Governo· pontifica le? Si dubita ancora della barbarie, della schiavitudine miserevole in che giacevano i sudditi pontifici i? Il Gioberti, che nel mostruoso sua pamphlet ha raccolto e declamato quanto mai si è mentito di più calunnioso e di più \·irulento contro la car.tolica Chiesa, non dovea certo lasciare intatto questo punto; c in mezzo a quelle po rtentose ipocrisie di cui ni uno meglio di lui conobbe il segreto e adoperò le arti , fa nn ritratto del Governo pontificio da di sgradarne Pekino e Co~tantinopoli . Il men che ci dica è che vi si volea snstituilo il regno della giusti'{ia all'impero dell'arbitrio; t che pel riguardo dell'autorità civile gli Stati ecclesiastici erano gli ultimi delle provincie italiane. 2 A non dire delle ingiurie che scaglia degli altri Pontefici , ricorderò so lamente che pel' lui Gregorio XVI avea preoccupa~ ioni e inesperien~a politica, 3 non conoscea il mondo politico, ed in sustanza non fu principe che di nome. 4 Nondime~o, ad onta di tulto ciò, io non ritiro una sillaba del ragionato più sopra , perchè il ragionato più sopra é chia1·o, palpabile, fondato snlla na1 Ges. Mod. t . 111, pag. 205. - 2 Ib. t. III, pag. 246. 3 l b. t. l, pag. CDXX.xm. - 4 Ib. t. m l p. 249.

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