Ignazio Silone - La scelta dei compagni

ché l'umanesimo generico, letterario e filosofico, ci dica ormai ben poco. Forse tornerà una stagione che· gli sia più propizia; ma, per òra, noi ci sentiamo ben lontani dalla serena armonia che esso raffigura. Ci pare che l'auto-compiacimento dell'uomo, in esso implicito, abbia. nei nostri tempi, scarse pezze d'appoggio. In realtà, l'uomo d'oggi è abbastanza mal ridotto. Un'immagine dell'uomo moderno che non voglia discostarsi troppo dal- • l'originale ed evitare il verbalismo, non può non essere deforme, scissa, frammentaria, cioè, in • una parola, tragica. Questa confessione d'umiltà non ci costa sforzo alcuno: noi non conosciamo la risposta dei quesiti supremi sulle origini e sul destino. A essere leali, queste domande tradizionali neppure ci assillano. Il rompicapo sulla priorità dell'uovo o della gallina ha cessato d'incuriosirci. Potrebbe darsi che la causa ne sia del tutto banale: il quesito esorbita dalla nostra responsabilità e, comunque si svolsero i fatti, non fu colpa nostra. Se ci capita di passare notti insonni, non è a causa di essi. Questa è dunque la caratteristica principale della nostra situazione: i problemi che ci accaparrano sono quelli della nostra esistenza, sono i problemi della nostra responsabilità d'uomini d'oggi. Soltanto entro questi limiti riusciamo giustamente a definirci. ,Val quanto dire che non ci sentiamo né credenti, né atei, tanto meno scettici. Queste etichette, nel lo.ro significato convenzionale, non ci riguardano. Chi ce le attribuisce, non fa che aumentare la confusione delle 27 bibliotecaginobianco

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