Ignazio Silone - La scelta dei compagni

questa risposta indiretta, la cui validità sorpassa di gran lunga la politica: bisogna « essere sempre pronti a mutare di parte come la giustizia, questa fuggiasca dal campo dei vincitori ». Certo siamo ormai lontani dalla situazione semplicissima in cui noi ci rivoltammo contro l'ambiente familiare, passando dalla parte dei proletari. I proletari di questo mondo non sono più d'accordo tra di loro; essi non incarnano più un mito, e ad accompagnarli ovunque e comunque si rischia di finire ove meno si desidera. Ecco perché, alla scelta ini'.?iale,ripeto, se ne impone una supplementare. Per giudicare gli uomini, non basta più osservare se hanno i calli alle mani, bisogna guardarli negli occhi. Lo sguardo di Caino è inconfondibile. Siamo dalla par~ te dei condannati ai lavori forzati o dalla parte dei loro guardiani? È un dilemma al quale non si può più sfuggire, poiché gli stessi carnefici ce lo impongono. « Siete con noi o contro di noi? » essi ci intimano. Bisogna chiamare pane il pane e vino il vino. Noi non Ìntendiamo sacrificare i poveri alla libertà, quest'è certo, né la libertà ai poveri, o, più precisamente, ai burocrati usurpatori eretti sulle loro spalle. La fedeltà agli uomini perseguitati in ragione del loro· amore della libertà e della giustizia impegna l'onore personale. Essa definisce meglio di qualsiasi astratta formula programmatica. A questi lumi di luna, mi pare, essa è la vera pietra di paragone. Il già detto dovrebbe bastare ahche a chiarire per26 bibliotecaginobianco

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