Ignazio Silone - La scelta dei compagni

no si fanno dei sorrisi incoraggianti a coloro che uccidono. Se per caso si prova da principio un po' di disgusto, lo si nasconde e si soffoca, per la paura di dover mostrare che si manca di virilità. In quesfo c'è un impulso, un'ebbrezza alla quale ~ z"mpossibileresistere, senza una forza d'animo che devo per forza consideràre eccezionale, poiché non l'ho trovata in nessuno. Ho trovato, al contrario, dei tranquilli francesi, che fino allora non disprezzavo, i quali non avrebbero avuto da sé i pensieri di andare a uccidere, ma che però s'immergevano in quell'atmosfera impregnata di sangue con visibile piacere. Una simile atmosfera fa scomparire perfino lo scopo stesso della lotta. Poiché non si può formulare lo icopo se non riconducendolo al bene pubblico, al bene degli uomini; e gli uomini non hanno valore>>., E la lettera così concludeva : ;< Si parte come volontari, con idee di sacrifici"oe si cade in una guerra di mercenari, con molte crudeltà in più)). Naturalmente non mancheranno degli imbecilli i quali considereranno la lettera di Simone Weil disfattista; ma la disfatta l'aveva preceduta, come la malattia precede la diagnosi. In questo universale naufragio morale qual è il relitto a cui aggrapparsi per non affondare? Tra i pensieri della stessa Simone Weil, raccolti sotto il titolo « L'ombra e la grazia >> si può leggere 25 b"bliotecagmobianco

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