Ignazio Silone - La scelta dei compagni

quisitoria dello scrittore monarchico e cattolico contro gli eccessi della repressione franchista nell'isola di Maiorca, fa riscontro l'accorata confessione della giovane intellettuale rivoluzionaria, volontaria dalla parte dei repubblicani. La lettera è stata pubblicata solo recentemente ed esprime l'orrore di una donna sensibile per le inutili stragi che accompagnarono quegli avvenimenti; ma ella aveva assistito a qualcosa che le aveva lasciato un'impressione ancora più penosa della violenza brutale. Sarebbe difficile citare un testimone più puro e disinteressato e una vicenda più esemplare. « Non ho visto mai, lei scrive, né fra gli spagnoli né fra i francesi venuti a combattere o a passeggiare ( e questi ultimi erano spesso intellettuali tetri ed inoffensivi) non ho mai visto nessuno ch'esprimesse, almeno nell'intimità, repulsione o disgusto o soltanto disapprovazione per il sangue inutilmente versato. Voi parlate della paura. Sì, la paura ha avuto una parte in queste uccisioni; ma dov'ero io, non ho riscontrato che avesse la parte che voi le attribuite. Uomini in apparenza coraggiosi durante un pranzo cameratesco raccontavano con un buon sorriso fraterno in che modo avevano ucciso dei preti o dei "fascisti", parola assai larga di significato. Ho avuto la sensazione che quando le autorità temporali e spirituali ,hanno posto una categoria di esseri· umani al di fuori di coloro la cui vita ha un prezzo, allora non c'è più nulla di naturale per l'uomo che uccidere costoro; quando si sa ch'e si può uccidere senza rischiare né punizione, rié biasimo_,si uccide; o per lo me24 bibliotecaginobianco

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