Ignazio Silone - La scelta dei compagni

l'improvviso, ci apparissero falsi, ma perché la gente che vi assisteva ci annoiava, e invece ci attirava la compagnia di quelli che ne rimanevano lontani. La rivolta di un giovane contro la tradizione è un fatto frequente in tutti i tempi e in tutti i paesi, e raramente essa si-presenta spoglia di ambiguità. Secondo le circostanze, la rivolta può condurre alla legione straniera, alla delinquenza comune, all'arte del cinema, come anche in un convento, o all'estremismo politico. Ciò che definì la . nostra· rivolta fu la scelta dei compagni. Fuori della chiesa del nostro borgo c'erano i cafoni. Non era la loro psicologia che ci attirava, ma la loro condizione. Una volta consumata la scelta, come l'esperienza insegna, lo sviluppo della vicenda di solito perde ogni originalità. Senza opporre resistenza, anzi col fervore ben conosciuto dei neofiti, si accettano il linguaggio, i simboli, le norme organizzative, la disciplina, la tattica, il programma, la dottrina del partito dei nuovi compagni. Non c'è da sorprendersi se le nozioni del catechismo e quelle dei libri di scuola non costituiscano, nella maggior parte dei casi, alcun serio ostacolo alla fervida accettazione della nuova ortodossia. Non_ si pone a dir vero neppure il bisogno di confutarli, poiché i dogmi del catechismo e le nozioni dei manuali scolastici fanno parte del mondo che si è abbandonato. Essi non sono , né veri, né falsi; sono « borghesi )), foglie secche. La scelta è emotiva, ·a-logica. Che poi la nuova ortodossia, così globalmente accettata, rivendichi per sovrammercato il carattere di scientifica e di oggettiva, non è la 16 bibliotecaginobianco

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