Raffaello Morghen - Ernesto Buonaiuti

meno promettente di quello offertogli dall'entusiasmo dei suoi giovani ammiratori, colleghi nel sacerdozio o destinati ad entrarvi: il campo dell'insegnamento universitario nel quale egli avrebbe potuto attuare, senza contrasti, sotto la protezione della libertà civile, il suo programma di scienziato e di maestro di vita spirituale. . Quando nel 1915 egli salì sulla cattedra romana di Storia _del Cristianesimo, già tenuta dal Labanca, la grande g1:1erra mondiale era ai suoi inizi. lVIaErnesto BuoBaiuti, sensibilissimo a tutte le voci e a tutte le vicende del suo tempo, non poteva, nel momento stesso in cui iniziava il suo magistero universitario, non avvertire la grave responsabilità dell'uomo di cultura dinanzi allo scatenarsi di una cri~i, che investiva dal profondo tutta la civiltà europea e che aveva in gran parte tratto origine da una cultura materialistica e paganeggiante. Con la lucida visione che duemila anni di tradizione cristiana davano al suo sguardo di storico, egli avvertì subito il naufragio di tutti i vaÌori effimeri che avevano esaltato, verso la fine del secolo XIX, lo spirito delle masse, esasperandone, nel culto della violenza e della brutalità, l'orgoglio nazionalista e la volontà di potenza; e da tale visione la sua aspettativa di una crisi rinnovatrice, che attraverso il dolore purificasse e rin22 BibliotecaGinoBianco

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