Raffaello Morghen - Ernesto Buonaiuti

mondi si era posto, di nuovo, senza possibilità di facili conciliazioni, nel campo della storia. La concezione di una storia ricostruita con i soli mezzi dell'intendimento umano e intesa come continuo processo evolutivo e creativo, che era alla base di tutta la storiografia del secolo XIX, contrastava decisamente con la concezione provvidenzialistica di Bossuet che nel « Discours sur l'histoire universelle » e soprattutto nell' cc !1istoire des variations des Eglises protestantes », aveva esaltato, contro il moltiplicarsi delle confessioni riformate (segno per 1ui ·evidente di corruzione), l'unità monolitica della Chiesa_ cattolica, sempre eguale a se stessa fin dalle sue prime origini, nelle sue strutture ideologiche, carismatiche e disciplinari, senza sviluppi e senza possil;>-ilitàdi variazioni, durante i lunghi secoli della sua vita. Nel campo particolare della storia del Cristianesimo primitivo, il considerare i testi sacri alla stregua di tutte le altre fonti sulle quali si esercita di consueto l'acume della critica storica, e soprattutto il processo formativo del pensiero dogmatico messo in luce dalla storiografia moderna, rappresentavano, inoltre, due punti di profondo ed insanabile attrito. Anche il mondo ecclesiastico aveva contribuito invero largamènte, nel secolo XIX, al11 BibliotecaGinoBianco

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