Umberto Morra - Il messaggio di Piero Gobetti

sono degli illusi e dei fatui, o quasi strumenti ciechi di uno svolgimento storico che di troppo li supera e li travolge. Nessuno di loro sta « a cavallo» degli eventi. Marx, invece, in ciò almeno che a Gobetti pare pii.t essenziale o più fecondo del suo pensiero, sì. Dopo Marx, più di ogni altro, un commentatore e pensatore contemporaneo, che è stato un diretto e presente compagno ed educatore di Gobetti in quella stagione torinese : Gramsci. Il Gramsci che Gobetti potè conoscere è anteriore a colui che, nel carcere fascista, sulla povertà e la frammentarietà dei testi che gli capitavano tra mano, si sforzava e riusciva a dare un'interpretazione della società italiana che integra in certo modo i varii, non tutti coerenti, spunti gobettiani, e talvolta li sorregge e li contraddice. Un breve capitolo (pag. n4-n7) di La rivoluzione liberale gli è dedicato. yobetti vede in lui prima di tutto l'eversore di un fiacco costume del socialismo nostrano di quel tempo. « Nel 1914 il socialismo torinese aveva la stessa impreparazione e superficialità provinciale che vedemmo caratteristiéa di tutto il movimento italiano. Invece di una politica di ideali, capace di esercitare un'influenza educatrice, invece di organizzare le idee almeno intorno all'astratta e pur sempre generosa bandiera dell'internazionalismo, professarono i piit, prendendolo a prestito dai giolittiani, un gretto neutralismo, arido, privo. di motivi spirituali, utilitarista, a mala pena giustificabile in una mentalità di governo, ma affatto ripugnante a un partito di popolo ». « La preparazione e la :fisionomia spirituale di Antonio Gramsci apparivano profondamente diverse da • queste tradizioni ». « Pare venuto dalla campagna per dimenticare le sue tradizioni, per sostituire l'eredità malata dell'anacronismo sardo con uno sforzo chiuso e inesorabile verso la modernità del cittadino » dirà poco dopo. Qui, nelle poche pagine del ritratto, è la nota di maggiore e più valido consenso. Il resto svaga e ci rende un'immagine che oggi pare sofisticamente letteraria. Come .può accadere, troppo Gobetti vedeva nel suo maestro un riflessodi sè. "La figura.di Lenin gli appariva - a Gramsci .- bibliotecaginobianco

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