Valentin Gitermann e Georg Von Rauch - La nuova storiografia russa

preoccupato di formare un « popolo di tedeschi dell'Est >> che si appoggiasse su una più larga base slava. A partire dalla fine del 1952 pare tuttavia profilarsi un cambiamento forse paragonabile (e lo si , edrà allorché le cose saranno più chiare) a quello verificatosi negli anni che vanno dal 1930 al 1940. Si è parlato (Otis) della virtuosa dialettica che caratterizza la tecnica di Stalin della navigazione p~litica, e che spesso si serve dell'immagine dei due motori installati nel suo aeroplano: quello marxistico-internazionalistico e quello sovietico-nazionalistico, motori che egli regola vicendevolmente o lascia anche girare nello stesso tempo. Ora sembra che. il pendolo torni di nuovo indietro. Infatti, ancora sino al 1952, erano in primo piano tutte le tendenze che. davano il primato al motivo statalepolitico. Ma lentamente, in maniera quasi impercettibile, anche le voci opposte cominciarono a fars·i sentire in modo che a un certo punto non era più possibile disconoscere una_ discordanza nella strumentazione ideologica generale. Si ricordi che già nel 1949 il Politburo aveva preso posizione contro il libro di Wosnessenky, in quanto questo libro aveva posto esageratan1ente in risalto il primato del fattore politico a spese del lato economico. Nello stesso periodo la rivista Woprossy ' Istorii esortava tutti gli storici ad essere in pri1na linea nella lotta per la costruzione della società comunista, e non dello Stato sovietico. Li esortava altresì a « river36 BibliotecaGinoBianco

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