Valentin Gitermann e Georg Von Rauch - La nuova storiografia russa

zioni. A mio avviso, tuttavia, va sottolineata una differenza molto importante. Gli storici che svolgono la loro attività sia scientifica che accademica nei paesi _democratici del mondo occidentale sono comunque liberi di criticare e di polemizzare con le concezioni storiche dominanti nel loro paese se queste non sono condivise da essi. Purtroppo il campo d'azione per una simile libera polemica è stato minacciato negli ultimi tempi da tendenze che in America hanno fatto scalpore; ma, in fondo, questo campo d'azione ancora esiste, e noi lo difendiamo. Invece nell'Unione Sovietica la possibilità di esprimere concezioni di tono anticonformistico pare sia limitata al minimo, o per molti addirittura inesistente. È anzi da supporre che qualche storico del- ]'Unione Sovietica sia costretto a tralasciare dichiarazioni che egli avrebbe in animo di scrivere perché rispondenti alle sue più profonde convinzioni, e a farne d'altronde altre di cui egli stesso non è persuaso. Ciò riguarderebbe anzittutto quelle pubblicazioni destinate non ai soli studiosi specializzati, ma a un più vasto cerchio di persone. Per dare un giudizio esatto su questa situazione si dovrebbe tuttavia, come ho già avuto modo di accennare, avere una migliore cognizione di ciò che avviene negli Istituti e tra gli stessi scienziati sovietici. Mai è stato reso noto il divieto per una pubblicazione di carattere storico. L'esistenza di una spada di Damocle pendente sul capo dello storico sovietico, se vogliamo basarci solamente sui documenti a noi accessibili, non è sempre dimostrabile; ci sono tuttavia sufficienti 17 BtbliotecaGinoBianco

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