Roger Caillois - Descrizione del marxismo

reazioni del fedele di una chiesa o di un partito, a seconda che si trovi di fronte ai suoi superiori o di fronte a profani. Davanti ai dirigenti, la sua umiltà non ha limiti: « io non so niente - egli dice - ed essi sanno tutto ». Quale disprezzo invece per tutti coloro che restano nelle tenebre esteriori: cc io so - egli dice questa volta - ed essi ignorano ». È chiaro che un simile atteggiamento rende impossibile ogni dibattito intellettuale, in cui deve Yincere l'evidenza o, in man-• canza di essa, la ragione migliore: non è la ragione che conta qui, ma l'autorità indivisibile della comunità alla quale si è aderito. È da essa che ci si sente sostenuti ed è essa che ha coscienza di proteggere a sua volta colui che ne difende i dogmi anche nel dettaglio più insignificante. Poco importa che questo dettaglio, a giudizio di tutti, non sopporti l'esame: non si tratta di giudizio o di esame. Il dettaglio può sembrare privo di ogni importanza, ma ciò non cambia niente: gridare al testardo che egli potrebbe abbandonarlo senza danno, che la sua causa non ne sarebbe indebolita, che ne risulterebbe anzi più forte, non serve a niente. Il fedele non cede, perché sente che cederebbe su tutto se cedesse anche su un punto minimo. La spiegazione è semplice. Per lui, acconsentire o restare incrollabile non è questione di errore o di verità, ma di lealtà o di tradimento. Tutto è rovesciato: non si tratta di essere comprensivi, ma di essere incorruttibili. Abbiamo così da una parte un sapere screditato agli occhi di tutti coloro che sanno, e dall'altra un fen-ore male informato che viene dispensato senza limiti per dimostrarne l'eccellenza: è una situazione che dà da riflettere. Ess~ non si spiega se non con l'intervento di un fattore estraneo all'ordine della conoscen27 BibliotecaGinoBianco

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