Vitaliano Brancati - Le due dittature

In Occidente è nato un pensiero, un'arte internazionale, e questo non per opera degli internazionalisti : nè la diversità nè la libertà sono capaci di definirne l'essenza. Non è una cultura di Folklores, e infatti essa ha messo al bando il provincialismo. Ma non è neanche una cultura di pure differenze individuali. Essa garantisce e suscita l'espressione personale, ma alfinterno di uno stile, comune. Che esistano dei conflitti, dei problemi, è inevitabile. La nostra cultura ha rotto i contatti col cosmos, e ha obbligato l'uomo a ripiegare sul suo genio creatore. Ma, assicurando la fecondità delle diverse tecniche, restituita ognuna all'ordine che le è proprio, essa ha anche accresciuto la loro complessità, impedendo alle tecniche di ritrovarsi in quella unità che una volta si chiamava la cultura. Le tecniche non nutrono più la nostra vita interiore. Esse restano davanti a noi come il grafico trionfale, ma astratto, del genio umano. Nessuno può dire quale sarà l'avvenire del mondo. Ma noi sappiamo tutti che lo spirito non ha altro avvenire di quello che il nostro passato gli ha preparato e gli ha fatto meritare, non tanto in quanto ha dato agli individui e alle nazioni la libertà della loro differenza, ma sopratutto per.chè ha immesso questa diversità nella scia di una grandezza veramente universale. Secondo lo scrittore danese Karl Bjarnhof, se ci poniamo il quesito di che cosa si intenda con la parola <<popolo>>,possiamo rispondere che esso è costituito 24 b1bl1otecag1nobianco

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