T. Mamiani, G. Prati - All'arrivo delle ceneri di re Carlo Alberto

-9e di molli imprendimenli formidabili c s trepitosi ragiona la s toria , e più a lungo ed enfaticamente assai con quanto maggior sangue e maggiore perturbazione e r uina di cose si consumarono. Ma se dalla giustizia cd utilità del fine lecito fosse di misurare la bellezza e splendenza loro, quante di esse imprese pensate , o Signori, che si rimarrebbero degne d'encomio e di ammirazione? Certo , lasciando pure intatta ed inesplorata l ' antichità, io vorrei che qualche dotto c prudente uomo avesse potuto interrogar d'improvviso o Carlo quinto, o l' emulo suo Francesco, o Luigi decimoquarto, o Carlo di Svezia, o (mi si dia licenza d'aprir tutto il vero) quel genio stesso tragrande che regnò, non ha molli anni, dal mare germanico al mar sicil iano e dalla Loira alla Vis tola, e osò portar guerra ad un tempo medesimo sulle terre Gaditane e sulle ltloscovile. Io vorrei, dico, che in a lcun giorno de' più radiosi e beati del viver loro, quel savio che io mi figuro, ave..sse potuto a ciascuno rl' essi addirizzare queste o somiglianti parole: Che pensi , che imprendi, ove guardi ? Veggo gesti rumorosi e magnifki ; vcggo battaglie e conquis te, paesi sconvolti , ordini antichi mutati ; ma i fini proporìionati del bene e dell' utile, e la necessità c giustizia delle cagioni non veggo. Degna most.rarmi il largo e perpetuo profitto che il genere umano intero, od almanco la tua nazione è per trarre da sì gran copia di sangue, da s\ profondi guastamenti, da guerre s\ lunghe e s\ disastrose. Del sicuro , a interrogazioni cotali non avrebber fallito risposte ingegnose e magniloqucnti. Ma negli occulti del cuore e negli ultimi penetrali della coscienza un subito scompiglio sarebbe pur nato e una involontaria e alflarissima dubitazione intorno alla bontà e legittimità del proposito. Interrogato lo quella vece di ciò medesimo Re CARLO ALBERTO in qualunque tempo ed in qua l sia frangente , chi di noi noi vede e non l' ode speditamente rispondere con pacata serenità e alterezza dal profondo dell ' animo attìnte : Chiedi quello che io voglio e ch' io fo? io la più santa e legittima voglio e procuro di tutte le imprese, l'affrancamento d'Italia . D'ogni e qualunque azione civile la principale e la migl iore per merito, per dignità, per bellezza, per santità, per fama sempre fu reputato il procacciare con arduo sforzo ed eroico la liberazione della patria dalla tirannide dei forestieri . Imperocchè , fondamento d' ogni libertà e d'ogni diritto è la politica indipendenza, rimossa la quale può solo sussistere un'apparente libertà e un apparente diritto. Del pari, nella indipendenza è il principio vero e spontaneo e la cagione effic.1ce e feconda di ogni prosperità e grandezza sociale ; essendo che l'ordine morale del mondo ha determinato ab eterno che le nazioni , primamente o originalmente da natura costituile, rimanendo signore ed arbitre de' propri destini, arrechino all ' intera famiglia umana quella stessa varietà d' indole e quella eccellenza s tessa speciale di facollà e di doti che può ogni singolo uomo arrecare alla propria città, e onde risulta l 'armonia porlentosa delle differenze, il cambio e la mutua-

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